Il
Diabete Mellito rappresenta un rischio di sviluppo di numerose
complicanze, dal danno retinico a quello renale sino al danno
cardiocircolatorio. Migliorare il controllo glicemico è fondamentale
per ridurre il rischio di eventi e complicanze e questo lo si ottiene
tramite un corretto regime dietetico, regolando l’attività fisica
e monitorando la terapia.
La
terapia sebbene importante non può rappresentare l’unica
soluzione, in particolare in assenza di collaborazione e motivazione
da parte del Paziente, motivazione che può essere incrementata,
rendendo il Paziente stesso protagonista del proprio progetto di
cura.
L’autocontrollo
glicemico domiciliare rappresenta, nei pazienti affetti da Diabete
Mellito di tipo 1 o di tipo 2 in trattamento insulinico, un elemento
terapeutico indispensabile tanto da considerarsi parte integrante
della terapia; nei pazienti affetti da diabete mellito tipo 2 in
trattamento non insulinico, mantiene la propria importanza sebbene
con diversa frequenza di misurazione.
Infatti
i principali studi condotti nel Diabete 1 hanno impiegato
l’automisurazione della glicemia come elemento cardine della
terapia al fine di migliorare il controllo glicemico, tramite la
formazione del paziente, inteso sia come normalizzazione dei valori
di glicemia che come rischio di ipoglicemia.
Ad
oggi il controllo dei valori in questi pazienti dovrebbe essere
eseguito sistematicamente prima dei pasti ed occasionalmente dopo i
pasti principali. Le osservazioni disponibili per il Diabete Mellito
1 dovrebbero essere trasferibili anche nel paziente con tipo 2 in
trattamento insulinico.
L’autocontrollo
della glicemia capillare rappresenta una pratica cardine anche nel
paziente con Diabete Mellito tipo 2 non in trattamento insulinico,
questo però deve essere inserito in un programma di educazione del
paziente portando nel breve termine, ad un miglioramento dei valori
glicemici. La periodicità delle misurazioni dovrebbe essere
effettuata sulla base del trattamento in atto.
In
caso di sola terapia dietetica o di trattamento con farmaci che non
causano ipoglicemia possono essere sufficienti poche misurazioni
all’anno, tale numero andrà incrementato quando vengono impiegati
farmaci che possono causare ipoglicemia. Il numero di misurazioni
deve crescere nuovamente quando viene impiegata invece una terapia
iniettiva.
Si
dovrà ricordare che il numero di rilevazioni andranno incrementate
anche nel corso di eventi intercorrenti, adattando il numero al
momento clinico. In particolare dovremo considerare un maggior
controllo glicemico in corrispondenza ed eventi acuti quali infezioni
e/o eventi traumatici o modifiche della terapia.